17 settembre 2022
SABATO 17 SETTEMBRE SAN GIORGIO A CREMANO
Fonderie di Villa Bruno,
Via Cavalli di Bronzo, 22
ore 19.00
€ 5 più d.p.
Concerto di WANG LI
Wang Li, originario di Tsinghao (Cina), ha fatto dell’arpa Jaw il suo strumento preferito, creando a poco a poco un sonoro spazio di ricerca e libertà.
La sua musica copre l’intera gamma di sottigliezze vibratorie che un’arpa Jaw può rendere. Ti porta in un mondo interiore che riporta tutti agli echi della propria infanzia, dal tumulto interiore e il vortice della vita al silenzio. Qui non ci sono altro che respiri e vibrazioni, ricordi e visioni. Il suo mondo immaginario è colmo di una risonanza che è allo stesso tempo personale e universale.
Wang Li suona anche il flauto calabash, il notevole antenato dello sheng cinese composto da un risuonatore zucca e canne di bambù per la melodia e il ronzio.
New York Times, (01/10/12) “Wang Li, un musicista cinese con sede a Parigi, si è esibito da solo, trovando un suono futuristico in strumenti umili. Suonava arpe ebree, piccoli strumenti twangy che sono stati microfonati da vicino e arricchiti dal riverbero in modo che ogni tocco e risonanza fosse udibile in dettaglio. I suoi pezzi erano affascinanti, introspettive meditazioni a moto perpetuo. I ritmi di note acute e tintinnanti a volte suggerivano musica dance elettronica; melodie armoniche spettrali sospiravano sopra. Era musica profondamente solitaria, silenziosamente affascinante.”
All Songs Considered (01/04/12) di NPR “forse l’artista più sublime e sperimentale nella formazione di quest’anno, il maestro dell’arpa a mandibola di origine cinese, con sede a Parigi, Wang Li, che usa tecniche sia tradizionali che d’avanguardia e improvvisazione per creare una tavolozza sonora sorprendente”.
The Wild Magazine (16/01/12) “Wang Li era il mio artista da asporto della notte, i cui ululati ipnotizzanti continuano a perseguitarmi. Wang suona l’arpa dell’ebreo e lo Sheng, mentre usa tecniche di respirazione circolare e canto di gola. Il risultato è un oscuro e sognante quasi
Formazione:
Wang Li arpa jaw, flauto calabash
Biglietto Wang Li acquistabile qui
SABATO 17 SETTEMBRE SAN GIORGIO A CREMANO
Villa Vannucchi,
Corso Roma, 47
ore 22.30
€ 5 più d.p. compreso Ethnos Generazioni – Musica
Concerto di AGUAMADERA
Il duo si è formato nel 2015 quando Marco Grancelli e María Cabral si sono incontrati a Buenos Aires, nel coro Cuerdo Vocales. Poco dopo, si sono resi conto che entrambi condividevano la stessa passione per il folklore sudamericano e hanno iniziato ad esibirsi insieme sui palchi di Buenos Aires.
Nel 2017 hanno registrato il loro primo album, Colocho, e in seguito sono andati in tournée in giro per l’Europa. Hanno organizzato più di 50 concerti in vari paesi come Spagna, Francia, Germania, Belgio e Svizzera. Dal momento che hanno vissuto un’esperienza così arricchente con il tour, hanno deciso di stabilirsi nel sud-ovest della Francia, dove non solo si sono sentiti calorosamente accolti, ma hanno anche trovato un luogo ideale per apprezzare lo stimolante scenario culturale europeo.
Nel 2018 hanno registrato il loro secondo album intitolato La campana, che si concentra principalmente su di loro come duo vocale, con chitarra, cuatro e maracas venezuelane. Inoltre, nello stesso anno, si sono esibiti in numerosi festival rinomati, come Río Loco (Tolosa), Les Méridiennes (Tours), Les Suds (Arles), Borgo Sonoro (Italia) e Szolnay (Ungheria), e hanno partecipato a radio trasmissioni come Ocora Couleurs du Monde (France Musique).
Inoltre, Aguamadera è anche entusiasta di collaborare con altri artisti, e uno di questi è “Las Hermanas Caronni”. Insieme, hanno registrato una composizione co-scritta e condiviso fasi più volte.
In questa occasione, con il loro nuovo album Las historias que han dejado (le storie che si sono lasciati alle spalle), il duo presenta composizioni ispirate a più generi, come la chacarera argentina, la zamba o il huayno, il joropo venezuelano, il merengue, la gaita zuliana e il peruviano valzer, con l’incorporazione del basso e delle percussioni.
L’album è stato registrato a Buenos Aires sotto la direzione artistica di Elizabeth Morris (due volte vincitrice del Festival Internazionale di Viña del Mar), e la collaborazione di grandi artisti sudamericani come i cantanti Raly Barrionuevo e Marta Gómez.
Formazione:
Marco Grancelli voce, chitarra
María Cabral voce, cuatro venezuelano
Vanesa Garcia: percussioni
ETHNOS GENERAZIONI: FINALI CATEGORIA MUSICA
Brigan
Hiram Salsano
Racines
Villa Vannucchi
ore 20.30
Biglietto Ethnos Generazioni + Aguamadera acquistabile qui
Villa Bruno
Villa Bruno è una villa vesuviana sita in via Cavalli di Bronzo a San Giorgio a Cremano (Napoli). Da molto tempo è il centro culturale della cittadina, ospitando concerti, manifestazioni ed il premio Troisi, dedicato ai giovani comici. Ospita inoltre molti uffici comunali ed è sede di varie associazioni. Dal 2002 è anche sede della biblioteca comunale, sulla base di una cospicua donazione fatta dal cav. Giacinto Fioretti, che ne ha anche curato la sistemazione. È quindi conosciuta come “Palazzo della Cultura Vesuviana”.
La villa fu proprietà dapprima della famiglia Monteleone, e successivamente della famiglia Lieto. Durante il periodo in cui i Lieto furono i tenutari dell’edificio, esso ospitò a più riprese per le vacanze il Cardinale Luigi Ruffo Scilla, Arcivescovo di Napoli nonché parente del famoso cardinale sanfedista Fabrizio Ruffo. A partire dal 1816 la villa ospitò la fonderia Righetti, nella quale avvenne la fusione dei cavalli delle due monumentali statue equestri raffiguranti Carlo di Borbone (futuro Re Carlo III di Spagna) e Ferdinando I delle Due Sicilie (già Ferdinando IV di Borbone), le quali furono poste nel 1829 in piazza del Plebiscito a Napoli. Nelle fonderie avvenne inoltre la fusione del monumento in bronzo a Pulcinella, che oggi adorna il cortile principale della Villa. Originario di Roma, Francesco Righetti era il fonditore di fiducia dello scultore Antonio Canova, che era commissionario delle due sculture. L’artista passò molto tempo a Napoli nel periodo di realizzazione delle opere, e grazie alla sua influenza e notorietà riuscì a far localizzare l’impianto industriale a S. Giorgio nonostante le proteste dei numerosi nobili che abitavano nelle vicinanze. Il motivo per cui Righetti, nel 1816, scelse proprio San Giorgio per edificare la fonderia, poi trasformata dai Bruno in vetreria, sembra essere legato all’attiva collaborazione con il marchese Cerio il quale, grande ammiratore del Canova, intercesse favorevolmente per cosentire al Righetti di impiantare la struttura a Villa Bruno nonostante le vive proteste dei nobili confinanti. Prima della sua destinazione attuale, una sua parte è stata sede della locale stazione dei Carabinieri.
Mappa concerto
Villa Vannucchi
Villa Vannucchi è una delle tante ville monumentali del Miglio d’Oro, sita nel comune di San Giorgio a Cremano in corso Roma.
Storia. La villa fu voluta da Giacomo d’Aquino di Caramanico (esponente della famiglia D’Aquino e gentiluomo di camera del sovrano del Regno delle Due Sicilie Carlo di Borbone), il quale acquistò nel 1755 alcune proprietà dei discendenti di Giovanni Battista Imparato, della storica famiglia omonima. Tali proprietà consistevano in due complessi edilizi (una casa palaziata e un casino alla romana) e una masseria di quattordici moggi (47.108,04 metri quadrati circa di terreno) con bosco. Alla metà del XIX secolo la villa fu venduta ai Van den Henvel e poi, nel 1912, alla famiglia Vannucchi. L’immobile fu gravemente danneggiato dal sisma del 1980, tanto che fu necessario costruire numerose centine a supporto degli archi di tutta la struttura. Durante questo periodo parte dei giardini venne occupato abusivamente e destinato alla coltivazione di ortaggi per opera di privati. Acquisita al patrimonio del comune di San Giorgio a Cremano, è stata a lungo interessata da estesi lavori di restauro, che sono terminati nel 2006. Tre anni dopo è stato ultimato anche il riassetto del parco, riportato agli antichi splendori grazie ad un rifacimento che si è ispirato alla mappa settecentesca. Oltre ad essere teatro di rassegne culturali, la villa è nota al pubblico per essere apparsa nelle scene iniziali del film Ricomincio da tre, dove Lello Arena chiama a squarciagola Massimo Troisi.
La dimora è una delle più imponenti della zona vesuviana, come dimostra il prospetto firmato da Donnamaria che prevede, in alternanza alle lesene corinzie, un doppio ordine di balconi dotati di ringhiere in ferro battuto e timpani curvi posti senza ornamenti davanti alle finestre del piano nobile. Completano il progetto architettonico della dimora la cappella dedicata all’Immacolata, una sagrestia, una sala della musica e una ex scuderia adibita a teatro. Il progetto per la nuova villa fu commissionato ad Antonio Donnamaria, un architetto di scuola vaccariana, che realizzò il prospetto su strada con una ritmata partitura di lesene giganti in stucco. L’interno è caratterizzato da decorazioni in stucco rococò. Il prospetto posteriore, che si apre sul magnifico giardino all’italiana progettato da Pompeo Schiantarelli nel 1783, è costituito da una serie di arcate, logge e porticati. Il giardino all’italiana di Schiantarelli, la cui vastità è pari al bosco di Portici, è caratterizzato, come si legge anche nella pianta Carafa, da un lungo viale che parte da una quinta ad esedra posta in fondo al cortile e giunge ad una fontana monumentale posta al centro e formata da quattro vasche laterali disposte simmetricamente in diagonale. Da qui si dipanano a “raggiera” quattordici viali che tagliano il giardino per esteso fino al limite della proprietà. Nel giardino sono conservati ancora oggi esemplari di alberi di canfora, pini, lecci, palme, magnolie, datteri, cedri, mimose e albicocchi. La villa, denominata pure “Villa e delizie dei d’Aquino detti di Caramanico” divenne un luogo di riferimento per la nobiltà napoletana ai tempi di Gioacchino Murat. Fu in questo periodo, infatti, che la dimora conobbe il suo maggiore splendore grazie alle feste e ai ricevimenti che il principe d’Aquino offriva agli ospiti sotto la direzione della moglie Teresa Lembo.