Skip to content Skip to footer

 

SABATO 30 SETTEMBRE SAN GIORGIO A CREMANO

Villa Bruno
Via Cavalli di Bronzo, 22
ore 21.00

ETHNOS GENERAZIONI – FINALE CATEGORIA MUSICA

Kalika

Le Kalìka1 sbocciano per caso da una fortuita collaborazione musicale, divenuta prima un progetto vocale a cappella, tutto al femminile, impreziositosi poi della collaborazione di un ensemble di musicisti. In linea con il principio del nomen omen, in lingua hindi la parola kalìka significa “bocciolo” e proprio l’immagine di un fiore in potenza, qualsiasi fiore, colto nell’attimo prima di manifestarsi in tutta la sua piena ed unica bellezza, è parso adeguato per nominare questo progetto musicale. Tre donne, tre voci e tre anime si sono incontrare e scelte tra le righe e nelle note di originali riarrangiamenti di brani editi, attinti dalle diverse esperienze musicali in gioco, e di pezzi inediti tutti da scoprire. Era l’8 Marzo 2019. Galeotta fu la particolare ricorrenza della Festa della Donna e la volontà di omaggiarla con un’intimistica reinterpretazione di un brano di Enzo Gragnaniello, portato al successo dalla voce profonda ed unica di Mia Martini. Un testo fortissimo, esplicito e di denuncia sociale, purtroppo ancora attuale, che racconta senza troppi giri di parole quante violenze le donne siano costrette a subire. Da Donna, da quell’arrangiamento minimale per sole voci, il progetto musicale Kalìka è andato pian piano sviluppandosi, definendo quei contorni evanescenti che tuttavia esistevano già. Il lavoro minuzioso di costruzione del progetto musicale, dal repertorio al sound, è stato supportato da un’intensa attività di ricerca, personale e di gruppo, che ha preso le mosse dallo studio disonorità percepite vicine e viscerali, quelle della musica non solo partenopea ma anche, ad esempio, della importante tradizione popolare siciliana, fino a valicare confini geografici e culturali, recuperando il dolore struggente del fado portoghese o il ritmo lento, cadenzato e sensuale della canzone messicana degli anni ’40. Numerose le esperienze raccolte in questi quattro anni: la partecipazione al Festival del Cinema di Reggio Calabria, nell’open act a Greg Rega, a luglio 2021; l’organizzazione e realizzazione del concept concert “Ago, filo ‘e parole…” nel Bosco di Cerri del Real Sito di Carditello l’08 Agosto 2021; la collaborazione con la Fondazione Real Sito di Carditello si era già concretizzata a Dicembre 2019 con la realizzazione di un video natalizio in partenrship; ed ancora live presso Villa Fiorentino a Sorrento, presso il Museo di Pietrarsa, presso il CAM_Museo di Arte Contemporanea a Casoria, tra Agosto e Dicembre 2021, presso il Teatro San Carluccio di Napoli, l’Auditorium Novecento, il teatro Trianon; si contano collaborazioni con gli artisti Greg Rega, Tommaso Primo, Fede ‘n’ Marlen. L’anno 2022 ha inoltre sancito la liaison con l’etichetta discografica SoundFly che ha prodotto il primo lavoro discografico del progetto “Ago, filo ‘e parole…”, distribuito da Self, e disponibile dal 24 Marzo 2023 su tutte le piattaforme digitali.

Vania Di Matteo: voce
Anna Rita Di Pace: voce e violino
Giulia Olivieri: voce
Gianluigi Capasso: chitarra
Luigi Pelosi: contrabbasso
Francesco Varchetta: batteria

 

 

[divider_line]
[divider_line]

Stereoteismo

Quartetto italo-libanese il cui genere è definito da alcuni “Balkan-Arabic kon/fusion”. Di recente ritorno da un tour e una residenza artistica a Beirut finanziata dal fondo arabo per l’arte AFAC, il gruppo ha registrato il suo primo album composto al 50% di arrangiamenti di brani provenienti da ricerca nei repertori antichi dall’Egitto al Rajasthan e al 50% da composizioni originali dalla medesima ispirazione, cuciti dalle idee di compositori d’estrazione jazz. Come suggerisce ironicamente il nome del gruppo, una nuove voce della musica contemporanea del Mediterraneo: quando le culture di questo mare si abbracciano trascendendo il “mono” nasce il suono dello STEREOTEISMO. STEREOTEISMO prende vita dall’incontro tra il sassofonista jazz/balkan Federico Pascucci e il cantante e fisarmonicista di Beirut Samah Boulmona. I due musicisti viaggiano assieme per il Libano e, nelle tappe del loro percorso, affinano un repertorio che accosta musica proveniente da culture e popoli di religioni diverse, ma che condividono la pulsazione di un unico cuore musicale. Accanto a loro altri due musicisti che hanno saputo fondere il proprio background jazzistico con culture musicali apparentemente lontane: Shanti Colucci alla batteria e alle nagara, percussioni tipiche del Rajasthan (India), e Iacopo Schiavo alla chitarra andalusa e all’oud. Da Roma a Belgrado, da Istanbul a Beirut, dai frenetici ritmi alle vibranti melodie di Balcani, Turchia e Medio Oriente, dai gitani andalusi agli Hindustani del Nord dell’India, tutti legati insieme dal gusto dei quattro musicisti jazz per trascinarvi in un viaggio sonoro in terre lontane.

Federico Pascucci: sax tenore, clarinetto, ney e kaval
Iacopo Schiavo: chitarra e oud
Shanti Colucci: batteria e nagara

[divider_line]
[divider_line]

Gaudio Pace Duo

Alessandro Gaudio e Salvatore Pace sono due giovani musicisti della fisarmonica diatonica (comunemente conosciuta come organetto) provenienti dal meridione d’Italia.
In questo progetto in duo propongono musiche originali di loro creazione, ispirate alle tradizioni popolari di Basilicata, Campania e Calabria, ma anche Tango Argentino e ritmi dispari articolati.
Il giovane progetto ha appena prodotto un album dal titolo “Passione Meridionale”, con la direzione artistica del maestro Riccardo Tesi (figura di spicco nel contesto internazionale della fisarmonica diatonica).
I giovani musicisti hanno condiviso il palco con Riccardo Tesi, Vinicio Capossela, Francesco Loccisano, Andrea Piccioni, Didier Laloy, Orchestra filarmonica della Calabria, ed altri.

Alessandro Gaudio: fisarmonica diatonica
Salvatore Pace: fisarmonica diatonica

[divider_line]
[divider_line]

Vincenzo Romano

Il cammino è più importante della meta.
Sono il “cantore pellegrino”, il canto ed il viaggio sono al centro della mia vita… sono una forza del passato, solo nella tradizione è il mio amore, vengo dai ruderi, dalle chiese, dalle pale d’altare, dai borghi dimenticati…

Vincenzo Romano, conosciuto come il “Cantore Pellegrino delle Tradizioni”, nasce a Pagani (SA) il 16 giugno 1990.
Grazie al suo precoce talento inizia sin dai 9 anni a suonare tamburi a cornice e a farsi conoscere come cantore delle tradizioni campane. Attualmente prosegue gli studi musicali presso il Conservatorio statale di musica “Nicola Sala” di Benevento, indirizzo canto classico napoletano. Iniziato nel linguaggio tradizionale da Francesco Tiano, ha occasione di collaborare con artisti e nomi importanti della tradizione come Marcello Colasurdo, Cristina Vetrone, Nando Citarella, Tullio De
Piscopo, Eugenio Bennato ed altri. Si è esibito su prestigiosi palchi di Festival di musica delle tradizioni, musica etnica e popolare sia in Italia che in Europa. Ha tenuto concerti e stage sulla tradizione paganese e campana in Francia, a Parigi presso il Centre Pompidou, Nizza, Marsiglia, Lille, Borgogna; in Spagna a Santiago De
Compostela, Barcellona, Alicante, Siviglia, Cordoba. Ha preso parte al film “Al destino non chiedere quando” di G. M. Valletta (selezionato al GiffoniFF
2011) e al docu-film “Pagani” di E. F. Inno (distribuito da Istituto Luce e vincitore, all’International Documentary Master Doc Film Festival di Los Angeles, dell’Award Best Religious Documentary) contribuendo, per entrambi i film, anche con sue colonne sonore (Flos Carmeli; Curri, curri mamma mia). Per il docu-film Pagani, è stato ospitato a Parigi al Festival du Cinema du Réel, all’Istituto Italiano di Cultura a Marsiglia, al Museo etnografico di Udine, al Festival del Cinema di Roma. Partecipa nel 2019 le Audizioni Live di Macerata durante la XXX edizione di “MUSICULTURA 2019” e vince il prestigioso “Premio del Pubblico”.
Ha al suo attivo 4 lavori discografici pubblicati con etichette indipendenti: “Curri curri, mamma mia” (2010); “Mammeddio! Canti e ritmi di Primavere” (2010) e “Uhanema!” (2016) in collaborazione con Gerardo Sinatore (ricercatore e poeta delle tradizioni popolari); Natale in Armonia (2018). Come “Cantore Pellegrino” divulga la cultura campana in tutta Italia ed in Europa. Da sempre custode dell’antica tradizione insegna attraverso corsi per appassionati, stage formativi ed
eventi culturali le discipline del Canto, della Musica e della Danza. Svolge dal 2010 corsi di avviamento al ritmo ed al linguaggio della tradizione nostrana presso scuole primarie e secondarie del territorio, punto di riferimento locale per i giovani talenti che si affacciano all’arte popolare.
E’ stato unico testimonial della cultura musicale del Sud Italia per la trasmissione del Maestro Giovanni Allevi per Raiplay nel 2021.

Vincenzo Romano
Pietro Paolillo
Pantaleo Coppola

[divider_line]
[divider_line]

Biglietto acquistabile qui

 



 

Villa Bruno

Villa Bruno è una villa vesuviana sita in via Cavalli di Bronzo a San Giorgio a Cremano (Napoli). Da molto tempo è il centro culturale della cittadina, ospitando concerti, manifestazioni ed il premio Troisi, dedicato ai giovani comici. Ospita inoltre molti uffici comunali ed è sede di varie associazioni. Dal 2002 è anche sede della biblioteca comunale, sulla base di una cospicua donazione fatta dal cav. Giacinto Fioretti, che ne ha anche curato la sistemazione. È quindi conosciuta come “Palazzo della Cultura Vesuviana”.
La villa fu proprietà dapprima della famiglia Monteleone, e successivamente della famiglia Lieto. Durante il periodo in cui i Lieto furono i tenutari dell’edificio, esso ospitò a più riprese per le vacanze il Cardinale Luigi Ruffo Scilla, Arcivescovo di Napoli nonché parente del famoso cardinale sanfedista Fabrizio Ruffo. A partire dal 1816 la villa ospitò la fonderia Righetti, nella quale avvenne la fusione dei cavalli delle due monumentali statue equestri raffiguranti Carlo di Borbone (futuro Re Carlo III di Spagna) e Ferdinando I delle Due Sicilie (già Ferdinando IV di Borbone), le quali furono poste nel 1829 in piazza del Plebiscito a Napoli. Nelle fonderie avvenne inoltre la fusione del monumento in bronzo a Pulcinella, che oggi adorna il cortile principale della Villa. Originario di Roma, Francesco Righetti era il fonditore di fiducia dello scultore Antonio Canova, che era commissionario delle due sculture. L’artista passò molto tempo a Napoli nel periodo di realizzazione delle opere, e grazie alla sua influenza e notorietà riuscì a far localizzare l’impianto industriale a S. Giorgio nonostante le proteste dei numerosi nobili che abitavano nelle vicinanze. Il motivo per cui Righetti, nel 1816, scelse proprio San Giorgio per edificare la fonderia, poi trasformata dai Bruno in vetreria, sembra essere legato all’attiva collaborazione con il marchese Cerio il quale, grande ammiratore del Canova, intercesse favorevolmente per cosentire al Righetti di impiantare la struttura a Villa Bruno nonostante le vive proteste dei nobili confinanti. Prima della sua destinazione attuale, una sua parte è stata sede della locale stazione dei Carabinieri.

[one_third]

 

[/one_third]

 

[toggle title=”Mappa concerto”]

[/toggle]